LA CONVENZIONE DI OTTAWA DEL 1997 VA RIVISTA
La Convenzione di Ottawa del 1997 sulle Mine da Campo è uno strumento viziato ed errato; va rivisto. Altrimenti, gli Stati che si sono affrettati ad aderirvi debbono ritirarsene. Questa posizione ha motivi urgenti. In questa dichiarazione darò seri motivi che convinceranno chiunque li ascolti che la Convenzione di Ottawa e i suoi Protocolli costituiscono un accordo fuorviante che non venne propriamente inteso fin dall’inizio. Se messa in pratica, la Convenzione di Ottawa porterebbe a spiacevoli conseguenze. Ha confuso il necessario col non necessario, il nocivo col benefico e il ragionevole con l’irragionevole. Alla luce dei miei chiarimenti diverrà ovvio il bisogno di riformularla o di ritirarsene se resta immutata.
Ci sono alcuni elementi nella Convenzione di Ottawa del 1997 che giovano all’interesse dell’umanità e che quindi debbono essere messi in pratica:
- La rimozione di tutte le mine anti-uomo e anti-carro e altri ordigni esplosivi che continuano ad esistere in quasi 60 paesi nonostante la fine dell’emergenza militare che condusse al loro collocamento.
- Il trattamento e la riabilitazione delle vittime.
- Il risanamento dei siti interessati dal conflitto.
Comunque, ci sono altri elmenti nella Convenzione che non si possono accettare:
- La proibizione totale della fabbrica e dell’uso delle mine.
- La distruzione delle scorte delle mine.
Se ci interessa veramente la sicurezza dell’umanità e dell’ambiente in cui vive, dobbiamo prendere le seguenti decisioni, pratiche e coraggiose, riguardo gli armamenti:
- La proibizione completa della fabbrica e del possesso delle armi di distruzione di massa.
- L’eliminazione e la proibizione di qualsiasi arma offensiva.
- La proibizione della collocazione di mine in territorio altrui. I paesi che compiono tale atto debbono essere obbligati allo sminamento a loro spese e a indennizzare gli offesi dalle mine.
Le mine non sono armi d’attacco. Non sono mobili. I loro effetti non vengono dispersi dal vento. La mina è un mezzo passivo di divesa. È l’arma di difesa più semplice e debole. È l’ultima difesa possibile dei confini nazionali contro il nemico che li voglia attraversare. È la difesa più debole del suolo nazionale contro chi lo voglia occupare. Senza di lei, come si potrebbero difendere le case e le vite dei cittadini? Se questa semplice arma di difesa venisse bandita, come potrebbero le vittime dell’aggressione, che non posseggono alcuna arma efficace di offesa o di difesa, difendersi contro un nemico più forte capace di oltrepassare i campi e occupare il loro territorio? Il bando delle mine non significa forse il bando del diritto a difendere i propri confini, la terra, la casa? Non significa forse riconoscere il diritto del nemico di attraversare i confini e infiltrarsi nel paese in tutta tranquillità? La proibizione delle mine, l’arma ultima e più debole di difesa del territorio, significa la condanna dei popoli deboli alla capitolazione. Significache non hanno altro con cui difendersi se non bastoni, asce e coltelli. Ecco cosa significa propriamente la Convenzione di Ottawa.
I paesi forti non hanno bisogno delle mine per proteggersi. Le mine sono un mezzo di autodifesa dei deboli. I forti, capaci di prendere d’assalto i territori altrui e di distruggerli con le loro armi strategiche letali, non hanno pensato ai bisogni dei deboli che non posseggono armi di offesa e che non hanno altro che armi di difesa come le mine.
I paesi maggiormente interessati dalle mine sono quelli soggetti ad aggressione straniera. Egualmente interessati sono quelli guidati dai lacchè del colonialismo o da regimi marionetta che ostacolano le aspirazioni nazionali. Sono il risultato del colonialismo, dell’aggressione e dell’interferenza straniera. Perciò tali pratiche dolose debbon venire proibite così che non ci si trovi ad essere costretti a usare le mine. Le mine sono il risultato di un’aggressione, non la sua causa.
La Convenzione di Ottawa deve essere rivista. Altrimenti gli stati che si sono affrettati ad aderirvi, o sono stati indotti a farlo, debbono ritirarsene. Ciò è possibile ai sensi dell’articolo 20 della Convenzione stessa.
L’indovinello Pachistano
Ne’ gli Americani ne’ gli Israeliani vorrebbero vedere il Pachistan in possess…